E’ un esame di secondo livello, non invasivo, in grado di fornire immagini planari e tomografiche che contengono informazioni sulla vitalità cellulare e sulla cellularità delle lesioni mammarie.
Normalmente si utilizza come tracciante il 99mTc-Sesta-MIBI, un piccolo catione del tecnezio che si accumula nei miocardiociti ed in alcune cellule neoplastiche; tale accumulo è proporzionale all’intensità del metabolismo e quindi della proliferazione cellulare.
Nonostante la mammografia sia oggi la principale tecnica di imaging per lo studio del tumore alla mammella, la mammoscintigrafia è particlarmente idicata nei seguenti casi:
- Diagnosi di tumore mammario quando la mammografia è dubbia, inadeguata o indeterminata. In particolare, riveste un ruolo complementare nei pazienti con microcalcificazini dubbie, distorsioni del parenchima, presenza di cicatrici chirurgiche (dopo intervento o biopsia), tessuto mammario radiologicamente denso, protesi mammarie.
- Completamento diagnostico nella identificazione di tumori multicentrici, multifocali o bilaterali nei pazienti con tumore alla mammella noto.
- Valutazione della risposta del tumore alla chemioterapia adiuvante.
Da evitare in:
- Gravidanza
- Allattamento (se possibile l’allattamento deve essere sospeso per almeno 24 ore dopo la somministrazione del radiofarmaco)
- Valutazione clinica da parte del medico nucleare
Il medico nucleare deve eseguire un accurato esame clinico della mammella e dei linfonodi locoregionali e raccogliere tutte le informazioni cliniche utili alla interpretazione delle immagini (es. precedente mammografia, precedente ecografia mammaria, altre indagini diagnostiche disponibili).